L’interpretariato di consecutiva prevede che l’interprete prenda appunti mentre l’oratore parla e poi riassuma a voce alta.
È l’alternativa alla simultanea per i convegni che prevedono una maggiore disponibilità di tempo.
Oltre ad essere la soluzione preferibile per riunioni di lavoro, interviste, gruppi ristretti.
Durante l’esposizione del relatore, infatti, l’interprete prende appunti e traduce per brani riproducendo il discorso originale solo alla fine dell’intervento dell’oratore (di solito ogni cinque-dieci minuti circa).
Rispetto alla simultanea comporta pertanto un raddoppio dei tempi degli interventi.
Mentre nella simultanea l’interprete traduce in tempo reale, con l’interpretariato in consecutiva l’oratore fa una pausa dopo avere espresso uno o due concetti (di norma dopo 5 – 10 minuti massimo) per lasciare tempo all’interprete di riportare al pubblico quanto appena enunciato.
Questo comporta necessariamente una dilatazione del tempo richiesto, generalmente un 30%-50% in più.
Normalmente l’alternarsi tra speaker e interprete nella consecutiva risulta fluido e naturale in presenza di platee non troppo vaste di ascoltatori.
Ad esempio: presentazioni di libri, interviste, riunioni aziendali, tavole rotonde, visite mediche, in generale meeting di piccole dimensioni.
Nei suddetti casi, la consecutiva è inoltre ideale perchè permette di comunicare in modo diretto con i propri auditori senza che vi sia il vetro di una cabina a separare l’interprete dal suo pubblico.
La diluizione del tempo di traduzione permette anche agli ascoltatori di comprendere meglio il messaggio, il che può risultare un vantaggio in alcuni tipi di incontri.
Mentre nella cabina di simultanea operano solitamente due interpreti che si danno il cambio, l’interpretariato in consecutiva spesso prevede l’impiego di un solo interprete. Solo talvolta due a seconda della durata complessiva e delle caratteristiche specifiche del servizio.
Questo perché innanzitutto si tratta di eventi di breve durata (un’intervista, una conferenza stampa, una riunione..) e l’interprete, non dovendo tradurre in tempo reale, può prendere nota di quanto esposto dallo speaker utilizzando un blocco degli appunti.
La presa di note è uno dei pilastri della consecutiva ed una delle prime tecniche che si imparano all’università.
Spesso suscita la curiosità dei presenti che vedono come l’interprete scriva simboli “strani” posizionandoli in verticale, in senso obliquo, da destra a sinistra. Si tratta di una tecnica particolare, diversa dalla stenografia, che l’interprete usa per richiamare alla memoria i concetti espressi dall’oratore e per non farsi sfuggire le informazioni più rilevanti.
La consecutiva dà tempo all’interprete poi di riformulare i concetti nella lingua d’arrivo, rielaborandoli ed esprimendoli al meglio utilizzando i termini più appropriati. Per esempio, se l’oratore non dovesse esprimere al meglio un concetto, toccherà all’interprete, una volta compreso il senso del messaggio, renderlo nella maniera più chiara e appropriata nella lingua d’arrivo.
Se il pubblico in sala è omogeneo e quindi c’è soltanto una lingua straniera si può optare per la consecutiva.
Al contrario, la simultanea è la scelta inevitabile in presenza di un pubblico composto da persone che parlano lingue diverse. In questo caso ci saranno due interpreti per ogni combinazione linguistica, ad esempio italiano <> inglese, italiano <>francese, italiano <>spagnolo.
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