La domanda è: come comportarsi con termini come arrosticini, caponata, apericena, risciò, agricampeggio…? Vai alle nostre risposte!
I testi turistici per loro natura possono rappresentare una vera e propria sfida.
Quali sono le maggiori difficoltà di un testo turistico?
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Sono anche chiamati realia, ovvero quei termini che si riferiscono a oggetti, luoghi o fenomeni tipici di un determinato ambiente o cultura. Queste parole non hanno degli equivalenti nelle altre lingue, cioè non possono essere tradotte con una parola esistente e precisa nella lingua d’arrivo.
Nelle traduzioni turistiche molti di questi “intraducibili” hanno a che fare con la nostra tradizione culinaria. Ma non solo.
Come comportarsi in questo caso? Facciamo un esempio.
Nel tradurre in inglese un testo relativo a una località balneare romagnola, il traduttore lascerà invariato il termine piadineria, anche tipicamente detta “baracchino della piada”, oppure sarà meglio tradurlo cercando un equivalente in inglese?
In generale, non c’è una regola fissa su come affrontare le specificità culturali. È il traduttore a decidere in base ad alcuni elementi che riassumiamo di seguito.
Es. Tagliata di Mora Romagnola con patate al forno
Slices of ‘Mora Romagnola’ (Romagnola breed of pig) with roasted potatoes.
In questo modo il cliente del ristorante può sapere che la “Mora romagnola” è una tipica razza suina.
In una mappa turistica, invece, è consigliabile optare per una succinta traduzione bilingue in modo che il turista capisca che cosa sta andando a visitare ma possa anche orientarsi facilmente lungo l’itinerario seguendo i cartelli e la segnaletica stradale.
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Sei un (aspirante) traduttore in questo campo, può interessarti il corso dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (link qui).