Se vuoi scoprire come adattare la comunicazione per una migliore accoglienza dei turisti cinesi in Italia, o anche giapponesi e coreani, sei nel posto giusto.
Continua a crescere in termini di volumi di viaggiatori il turismo asiatico in Italia. I principali paesi di origine sono Cina e Giappone e, con numeri inferiori, Corea del Sud.
Nell’articolo troverai:
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Quando si traduce materiale promozionale rivolto a turisti cinesi, giapponesi o coreani, bisogna ricordare che è fondamentale non limitarsi a tradurre letteralmente.
Al contrario, è necessario adottare strategie traduttive che tengano conto delle preferenze culturali e delle abitudini di viaggio di questa particolare tipologia di visitatori.
I turisti cinesi, giapponesi o coreani sono spesso viaggiatori con un elevato potere d’acquisto, interessati a esperienze organizzate come viaggi di gruppo e attratti da attività quali lo shopping, mostre ed eventi culturali, esperienze culinarie autentiche.
Essi apprezzano una comunicazione:
Per comunicare in modo davvero efficace con questo pubblico, la semplice traduzione letterale non basta: serve una localizzazione attenta, capace di parlare il linguaggio, non solo linguistico, ma anche culturale di questo genere di pubblico.
Qui puoi approfondire il tema della localizzazione nelle traduzioni: Cosa significa localizzare una traduzione?
In molti casi, tradurre fedelmente una frase italiana in cinese, giapponese o coreano può portare a fraintendimenti o a una comunicazione poco efficace o inappropriata.
Ecco alcuni esempi:
In italiano questa tipica espressione rappresenta un invito diretto e coinvolgente per il turista. Tuttavia, in giapponese, cinese o coreano utilizzare questo tono può risultare troppo “imperativo” e invadente. In queste lingue si preferisce un approccio più gentile, delicato e indiretto.
Ad esempio, l’equivalente delle frasi “Saremo felici di accogliervi per farvi conoscere …” o “Vi invitiamo a scoprire …” “Prendetevi del tempo per visitare…” .
Questo tipo di slogan enfatizza molto il carattere urgente e “spinto” della promozione. In Cina o Corea, dove la comunicazione tende a essere più sobria, una traduzione letterale potrebbe sembrare un po’ aggressiva e anche poco seria. Meglio optare per traduzioni più “delicate” e accoglienti per attrarre un turista orientale: “Speciali promozioni dedicate a voi”, “Proposte pensate per rendere il vostro soggiorno ancora più piacevole”.
Un’espressione molto italiana, che valorizza la qualità e la vicinanza del prodotto. In giapponese però, può essere più efficace sottolineare la cura e la tradizione autentica, con frasi come “Gustate i sapori autentici della nostra cucina”, “Assaporate i piaceri autentici e genuini dei nostri piatti”
Questa espressione poetica potrebbe non avere lo stesso impatto o addirittura risultare generica e vaga in cinese o coreano, dove si preferiscono descrizioni più concrete e dettagliate, come in “Spiagge pulite e tranquille ideali per il relax”.
Ecco alcuni esempi in cui una traduzione adattata culturalmente risulta molto più efficace:
Italiano: “Vivi la magia della nostra città in ogni stagione.”
Una traduzione letterale potrebbe risultare vaga o eccessivamente poetica per un pubblico orientale, che preferisce concretezza.
Una traduzione efficace potrebbe suonare così: “Godetevi il fascino della città con esperienze uniche tutto l’anno, tra storia, gastronomia e natura.”
In questo modo si offrirebbero contenuti tangibili, più persuasivi.
Italiano: “Una vacanza su misura per te!”
Poco appropriato, se non addirittura incorretto, se tradotto alla lettera: in culture più collettiviste, che tendono cioè ad enfatizzare i bisogni e gli obiettivi del gruppo rispetto ai desideri di ciascun individuo (come quella giapponese), l’enfasi sul singolo può essere percepita come poco armoniosa.
Una traduzione efficace può mettere l’accento sul gruppo: “Un soggiorno pensato per offrire comfort e benessere a tutti i nostri ospiti”
In questo modo suonerebbe più inclusiva e culturalmente adeguata.
Italiano: “Lasciati conquistare dal nostro borgo!”
Una traduzione letterale può suonare troppo enfatica o persino invadente in giapponese o coreano, dove è preferita una comunicazione più discreta.
Una traduzione efficace potrebbe avere un tono meno perentorio: “Concedetevi il tempo di esplorare il fascino autentico del nostro borgo storico.”
Il tono è più morbido, invita con rispetto, valorizzando l’esperienza lenta, senza mettere pressione, molto in linea con ciò che apprezzano i turisti asiatici.
Questi esempi mostrano come la localizzazione, ovvero l’adattamento del messaggio al contesto culturale di destinazione, sia cruciale per comunicare in maniera davvero efficace, andando ben oltre la semplice traduzione linguistica.
Noi possiamo aiutarti a parlare la loro lingua nel modo giusto!
Affidati alla nostra esperienza: da 25 anni aiutiamo le imprese italiane a comunicare in maniera autentica ed efficace nelle lingue asiatiche: giapponese, cinese e coreano.