Quando parliamo di traduzioni dall’italiano all’arabo, alcune considerazioni sono più accentuate.
È il caso delle traduzioni creative.
I testi creativi, pubblicitari e di marketing rappresentano una delle sfide più complesse, perché non si traducono solo le parole. Bisogna fare un lavoro di localizzazione e adattamento, ancora di più per l’arabo.
Sia per la varietà di paesi arabi (leggi il nostro articolo precedente: Come scegliere tra arabo standard e variante locale), sia per le specificità linguistiche e culturali, così diverse dalla cultura italiana.
Abbiamo già parlato delle sfide quando si affrontano traduzioni tecniche, finanziarie, mediche e scientifiche. Leggi qui l’articolo: Traduzioni tecniche in arabo.
Qui affrontiamo il caso delle traduzioni pubblicitarie, proponendo esempi pratici.
Di cosa parleremo:
L’arabo è la lingua ufficiale di 22 paesi, ma ogni paese ha il proprio dialetto e sensibilità culturali uniche.
Un messaggio pubblicitario che funziona in Egitto o in Libia potrebbe non essere altrettanto efficace in Marocco o Algeria.
Oltre al fatto che la cultura del nostro paese e quella dei paesi in cui si parla arabo sono diverse.
Un esempio pratico?
Un’azienda italiana che promuove una campagna pubblicitaria per un prodotto di bellezza con immagini che mostrano troppo il corpo potrebbe incontrare resistenze in paesi più conservatori come l’Arabia Saudita, rispetto a Libano o Emirati Arabi.
Le campagne di marketing spesso si basano su giochi di parole, rime o riferimenti culturali difficili da trasporre, in qualsiasi lingua straniera.
Uno slogan italiano potrebbe perdere di impatto se tradotto letteralmente. Invece di una semplice traduzione, il lavoro del traduttore diventa quello di ricreare il messaggio in modo che abbia lo stesso effetto emotivo e commerciale sul pubblico di destinazione.
È utile fare qualche esempio pratico di campagne pubblicitarie che hanno dovuto adattare il proprio messaggio, sotto vari punti di vista, tra cui quello linguistico.
Il traduttore professionista madrelingua che conosce le specificità del mondo arabo diventa quindi un vero e proprio consulente, perché non si limita a tradurre le parole.
Facciamo un esempio pratico.
Il famoso slogan “Red Bull ti mette le ali”, in Arabia Saudita è stato tradotto con “Red Bull ti dà energia”, non perché non esista la parola “ali” in arabo, ma perché la General Commission for Audiovisual Media, l’ente regolatore dei media in Arabia Saudita, avrebbe potuto esprimere un parere contrario e bloccare la pubblicità.
L’idea che una bevanda possa “mettere le ali” potrebbe infatti essere considerata ingannevole e potenzialmente fuorviante.
Solo un professionista preparato, che conosce la materia, può darti il suggerimento di rivedere lo slogan. Una traduzione automatica si limiterebbe a tradurre in maniera letterale.