L’interpretazione Lis può essere paragonata all’interpretazione tra due lingue.
L’interprete che traduce dall’inglese all’italiano traspone il messaggio tra due lingue, tenendo conto delle differenze culturali, usando lo stesso canale ovvero il linguaggio orale.
Nel caso dell’interprete Lis, c’è un passaggio aggiuntivo perché traspone una lingua orale in una lingua fatta di segni, gestualità e labializzazione, quindi una lingua visiva e gestuale.
E ovviamente, l’interprete lavora anche nella direzione opposta ovvero rendere in parole quanto comunicato dal sordo con la lingua dei segni.
L’interpretazione LIS è un lavoro complesso che richiede un preciso percorso di studi e una serie di abilità specifiche che consentono agli interpreti di affrontare quotidianamente una serie di difficoltà.
Innanzitutto la velocità di esposizione.
L’interprete deve seguire il flusso del discorso in tempo reale, senza perdere parti di discorso. La difficoltà aggiuntiva è che in alcuni casi nella lingua dei segni servono degli indicatori in più rispetto alla lingua orale.
Un esempio banale: gatto/gatta in italiano diventano il segno “gatto” e i segni “gatto + femmina” nelle lingua dei segni.
Oppure: autobus/scuolabus. Nella lingua dei segni esiste un segno per “autobus”, mentre per scuolabus è come dire “autobus scuola”, quindi due segni per tradurre un concetto.
In italiano diciamo albero / bosco. In Lis useremo un segno per “albero” e lo stesso segno ripetuto per segnare “tanti alberi” (e quindi bosco).
Questo aumento di specificità può rendere la trasposizione nella lingua dei segni più lunga rispetto all’orale e quindi, se la persona che sta parlando non cambia velocità, sarà l’interprete a dover lavorare a ritmi incalzanti.
Anche il contesto è importante.
Il significato di un segno può variare a seconda del contesto in cui viene utilizzato.
Il segno che si usa per il sostantivo “lacrima” è lo stesso che si usa per il verbo “piangere”.
Inoltre, la LIS è una lingua strettamente legata alla cultura sorda. L’interprete deve conoscere non solo i segni, ma anche le usanze, i modi di dire e le sfumature culturali della comunità sorda. La lingua si studia al corso, ma si impara realmente ad usarla stando con i sordi.
Infine l’espressività.
La LIS è una lingua visiva, che utilizza gesti, espressioni del volto e del corpo per comunicare. L’interprete deve essere in grado di trasmettere non solo il contenuto verbale, ma anche le emozioni e le intenzioni del parlante.
Come nella lingua parlata c’è l’intonazione, così nella lingua dei segni c’è l’espressività.
Non posso dire “che bello!” con un’intonazione discendente o un tono piatto. Allo stesso modo, non posso trasportare in segni “che bello!” se non lo accompagno con un’espressione facciale che trasmette entusiasmo.
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