Al lancio della piattaforma TutorialMe era presente la nostra interprete della lingua dei segni S. L.. Il suo intervento ha reso l’evento accessibile anche alle persone sorde.
Prima di studiare da vicino la figura dell’interprete della lingua dei segni, facciamo un passo indietro.
L’evento che ha visto la nostra interprete in prima linea, da remoto, è stato organizzato dalla Fondazione Allianz UMANA MENTE che ha realizzato la piattaforma Tutorial Me, in collaborazione con il Coordinamento degli Atenei Lombardi per la Disabilità (CALD).
La piattaforma è uno strumento e un luogo accessibile a tutti completamente gratuito, caratterizzato da un’unica mission: promuovere la cultura della disabilità.
Ci rendono particolarmente orgogliose le parole del nostro referente, Nicola Corti, Segretario Generale della Fondazione Allianz Umana Mente, che a fine evento ha così commentato:
Ancora GRAZIE per tutto soprattutto per la vostra velocità e capacità di problem solving! Serena è stata MERAVIGLIOSA!
Sia noi sia l’interprete ovviamente siamo entusiaste e orgogliose perché è stata riconosciuta la nostra professionalità.
Innanzitutto la lingua dei segni italiana (LIS) è una lingua a tutti gli effetti e quindi ci sono interpreti che lavorano con questa lingua come professionisti.
Parliamo di:
Come per i convegni dove ci sono interpreti per le lingue straniere, anche per la lingua dei segni è prevista la presenza di due interpreti se la durata dell’evento supera l’ora e trenta. Le interpreti si alternano ogni 20 minuti circa perché la loro performance mantenga un’ottima resa.
Quando la convention ha una durata inferiore, un’interprete può lavorare in autonomia. C’è comunque da considerare che questo richiede un enorme sforzo di concentrazione per la professionista, che lavora traducendo nella lingua dei segni in simultanea.
In una situazione di lavoro ideale, l’interprete riceve del materiale nei giorni precedenti così che abbia modo di prepararsi. Questo è auspicabile per facilitare il lavoro dell’interprete e, di conseguenza, rendere un servizio migliore per gli utenti.
Purtroppo non sempre capita di riceverlo e quindi la buona resa del servizio sarà affidata all’esperienza e alla preparazione dell’interprete.
L’interprete della lingua dei segni dovrà avere qualche accortezza in più rispetto all’interprete di simultanea di lingua straniera che lavora in cabina. Nel caso dell’interprete di LIS aspetti quali abbigliamento, trucco o accessori non possono essere lasciati al caso perché l’interprete viene inquadrata e non ci devono essere elementi di distrazione (come gioielli vistosi, smalto colorato o abbigliamento non adeguato).
Abbiamo parlato con Serena al termine del servizio per capire quali sono state le difficoltà e lei, con estrema disponibilità, ci ha fatto entrare in un mondo per lo più sconosciuto e al tempo stesso estremamente affascinante.
Sicuramente la velocità di esposizione degli oratori è un elemento fondamentale perché richiede la stessa velocità all’interprete che lavora con una latenza dai 5 ai 10 secondi.
Al contrario, la sessione delle domande rappresenta solitamente un momento di minore frenesia e quindi permette all’interprete di lavorare con maggiore serenità.
Un altro elemento impegnativo è rappresentato dall’uso dei tecnicismi o dall’utilizzo eccessivo di anglicismi. Si rivelano particolarmente impegnativi per l’interprete, soprattutto quando si parla di argomenti specifici che richiederebbero una ricerca preliminare approfondita.
In conclusione, ho capito che in Italia c’è ancora molta ignoranza sul tema della sordità e quindi sui diritti delle persone sorde, anche se grazie alla Convenzione delle Nazioni Unite qualcosa sta cambiando.
Io ho trovato particolarmente interessante la questione dei neologismi della lingua italiana che devono trovare un corrispettivo nella lingua dei segni. Parole come coronavirus, lockdown, smart working, DAD. Ormai fanno parte della nostra quotidianità e li usiamo senza pensarci, ma non esiste un corrispettivo univoco e attestato nella lingua dei segni.
La chiacchierata con Serena si è poi ampliata e ha lanciato tantissimi spunti di riflessione che meriterebbero approfondimenti: i vari tipi di sordità, la differenza tra sordi segnanti e sordi oralisti, il registro di formalità della lingua dei segni, le trasformazioni della lingua…. magari ne riparleremo nei prossimi articoli!
Può interessarti il nostro articolo precedente:
Clicca qui per maggiori informazioni sulla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, firmata nel 2007.
Per chi volesse approfondire l’argomento, segnaliamo l’articolo di Roberto Speziale: Dieci anni di Convenzione Onu in Italia: tante attese, pochi successi.
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La mia collega Stefania saprà sciogliere tutti i tuoi dubbi e fornirti tutte le informazioni utili.