Con questa domanda è inizata la telefonata a inizio agosto di un nostro cliente.
Mi sono così trovata ad approfondire un argomento a me sconosciuto, ovvero quello della scrittura easy to read, detta anche semplificata o controllata.
Nel nostro caso, si sono fusi insieme due aspetti: quello della traduzione e della scrittura.
La richiesta nasceva dall’esigenza di scrivere un documento al termine di un progetto europeo di educazione agli adulti, sul tema dello sviluppo di competenze (soft-skills) per una maggiore inclusione di persone con disabilità mentale nella vita quotidiana e nel mondo del lavoro.
Il libro contiene suggerimenti e metodologie utili per aiutare le persone con disabilità a sviluppare tali competenze. È stato il lavoro corale di 10 partner europei ed è stato scritto in inglese. Noi lo abbiamo tradotto in italiano.
Sebbene il testo nascesse in Easy English, non bastava una semplice traduzione perché si tratta di seguire precise regole che sono diverse a seconda del pubblico target. È infatti possibile scrivere in modo controllato a livelli diversi a seconda del nostro pubblico.
Il discorso della scrittura semplificata in Italia è stato introdotto negli anni ’80, ma può considerarsi ancora un elemento di nicchia.
È interessante notare che i traduttori specializzati nella scrittura easy to read sono relativamente pochi.
Nel nostro caso abbiamo quindi dovuto coinvolgere due persone che fossero in grado di tradurre e semplificare seguendo precise regole così che il risultato fosse una traduzione semplificata.
A livello di lessico, è necessario usare parole di uso comune, brevi, concrete, che provengano dalla lingua italiana. Si evitano le frasi idiomatiche, l’uso delle figure retoriche, le sigle.
Quanto alla sintassi, è necessario che le frasi siano brevi. Maggiori le difficoltà del pubblico, più brevi saranno le frasi. Si predilige una struttura lineare con soggetto-verbo-complemento oggetto, con frasi subordinate comuni, utilizzando la forma attiva ed evitando la doppia negazione. I tempi verbali più comprensibili sono il presente, il passato prossimo e il futuro.
Anche la grafica ha il suo ruolo perché bisogna scegliere un font leggibile di una certa dimensione, senza esagerare nell’uso di colori che creano confusione. Se necessario si possono introdurre pittogrammi, ad esempio per mostrare cos’è una bifora.
Tuttavia, queste considerazioni sono limitative e l’argomento sarebbe ampio da trattare.
Chi volesse appronfondire la tematica, può visitare il sito della Fondazione Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Štěpán Zavřel e leggere questa breve presentazione.
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