“large noodles with meat sauce of Mora Romagnola“… è quello che ho letto in un menù inglese di un ristorante a Cesena.
Il ristoratore ha forse scelto la traduzione fai-da-te.
Le “tagliatelle” – parola conosciuta in tutto il mondo – sono diventate “large noodles”. E sono condite con “meat sauce of Mora Romagnola”.
Pensate che uno straniero capisca cosa sia la “Mora Romagnola”? Se il malcapitato cerca aiuto in un traduttore automatico, potrebbe associarla al frutto e pensare ad un piatto bizzarro.
E poi i noodles sono ben diversi dalle nostre tagliatelle.
Per info, per fare i noodles non si usa farina di grano duro e spesso non contengono uova, ma solo farina e acqua.
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Per diversi buoni motivi.
Innanzitutto il nostro paese è molto frequentato da turisti stranieri. La grande maggioranza di questi parla l’inglese come prima o seconda lingua. E tutti si aspettano di provare la nostra cucina, riconosciuta e rinomata nel mondo.
Se hai appena aperto un ristorante, investito nella cucina, nell’ambiente e nel personale, devi avere una buona traduzione del tuo menù in inglese.
Un menù tradotto bene è un ottimo biglietto da visita, segno di professionalità e raffinatezza.
Indispensabile per attrarre la clientela internazionale.
Attenzione però!
Come si traducono, ad esempio, tagliere della casa, strozzapreti pasticciati, tagliatelle con ragù di mora, coniglio in porchetta, chitarra allo scoglio, cozze in guazzetto, tortelli alla lastra, tagliata di filetto con pomodorini, panna cotta …?
Moltissimi piatti della nostra traduzione culinaria, specialmente locale e regionale, sono intraducibili.
Talvolta è necessaria una traduzione parafrasata che spieghi brevemente quali sono gli ingredienti principali del piatto e/o la modalità di preparazione.
Assolutamente da scartare l’opzione “fai-da-te”, con l’aiuto del vocabolario o di alcune applicazioni online per la traduzione automatica.
Nemmeno farsi aiutare da “quell’amico che sa l’inglese” è una buona idea… la figuraccia in questi casi è sempre dietro l’angolo!
Pensiamo a quando siamo all’estero.
Alcuni strafalcioni nei menù degli Italian Restaurants da una parte ci strappano un sorriso, dall’altra ci mettono in guardia da un certo tipo di ristorazione.
“Se hanno tradotto così male il menù, significa che non curano il servizio. Chissà come sono in cucina?”
Da noi le cose non vanno certo meglio.
Recentemente ho riscontrato nei menù esposti all’esterno di alcuni ristoranti delle traduzioni alquanto… bizzarre!
A volte non ci rendiamo conto che i menù tradotti male possono essere alquanto fastidiosi per un ospite straniero.
Un menù tradotto male può creare confusione e malintesi, anziché informare e aiutare i clienti stranieri a scegliere tra i piatti proposti.
Un turista deluso difficilmente lascerà una buona recensione del ristorante o dell’hotel in questione.
E sappiamo quanto siano considerate oggi le recensioni di altri utenti!
Meglio chiedere ad un traduttore professionista o ad un’agenzia. I vostri 20, 30 o 50€ saranno spesi bene!
Sì, anche il cliente ha la sua parte.
Per tradurre “Tagliere della casa” o “Focaccia alla bronza”, il traduttore dovrà chiedere al cliente come sono composti questi piatti.
Spesso i clienti mi chiedono: “se un traduttore è bravo, a cosa serve il revisore?“.
Il traduttore è un essere umano e può sbagliare. Una svista, un’incomprensione, un refuso.
La verifica del revisore è per noi fondamentale.
In conclusione, il nostro consiglio per tradurre un menù in inglese o in un’altra lingua straniera, è quello di affidarsi a dei professionisti.
Dipende dalla lunghezza.
Tradurre un menù breve può costare 25€ + iva. Ma impossibile dare un prezzo standard.
Per un preventivo senza impegno, mandaci il testo e ti diremo quanto si spende.
Per info:
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