Tutti sanno cos’è una traduzione, ma chi ha mai sentito parlare di “transcreazione”?
Transcreation, o transcreazione, è il termine usato per indicare la traduzione creativa dei CONTENUTI, al di là delle semplici parole.
Si tratta di un processo che richiede una grande abilità da parte del traduttore madrelingua, che deve saper ricreare in modo efficace lo scopo e l’impatto del testo originale.
Deve essere creativo e pensare al di là delle semplici questioni linguistiche.
Scopri invece che cosa si intende con localizzazione. Leggi l’articolo:
Localizzazione: in cosa si differenzia dalla traduzione?
Mi ricordo quando, all’università, il professore di traduzione inglese-italiano ci faceva esercitare mettendoci davanti dei testi pubblicitari, degli slogan o dei titoli di giornale.
La grande difficoltà per noi stava nell’ideare una frase nuova che in italiano suscitasse le stesse emozioni dell’originale inglese.
Non dovevamo cioè soffermarci sulle parole, ma piuttosto, staccandoci da esse, trovare soluzioni alternative efficaci nella lingua di arrivo, utilizzando spesso giochi di parole, doppi sensi, frasi idiomatiche, umorismo.
Era un bell’allenamento e una sfida sempre nuova!
La transcreazione si usa nella maggior parte di casi nel campo del marketing e della pubblicità per tradurre testi promozionali, quali ad esempio:
Nel passaggio da una lingua ad un’altra, la traduzione convenzionale non è sufficiente per trasmettere un forte impatto su un potenziale cliente, catturare la sua attenzione e suscitare delle emozioni.
Bisogna cambiare il testo per adattare il messaggio al pubblico a cui è destinato, con particolare attenzione ai riferimenti culturali, alla sensibilità e alle peculiarità del luogo. La parola chiave è creatività.
Se il processo di transcreazione funziona, gli utenti destinatari non noteranno mai che il testo era originariamente scritto in un’altra lingua. In poche parole la transcreazione deve passare inosservata!
I vantaggi sono:
Nel film della Pixar Inside Out gli autori hanno dovuto fare delle modifiche per adattarsi alle tradizioni e alla cultura locale dei paesi in cui usciva la pellicola.
Questo fa sì che in Giappone, ad esempio, Riley non odi affatto i broccoli, ma i peperoni verdi.
Questo perché in Giappone i bambini non considerano disgustosi i broccoli, anzi li amano, mentre odiano i peperoni verdi, che al contrario sono molto apprezzati negli Stati Uniti.
Affidati a chi fa questo mestiere da anni ed ha consolidato la propria esperienza sul campo.