L’interprete LIS ovvero Lingua Italiana dei Segni è una figura professionale di fondamentale importanza per garantire l’inclusione e la comunicazione tra persone sorde e udenti.
Grazie alla sua competenza linguistica e alla sua sensibilità interculturale, l’interprete agisce come un vero e proprio ponte tra due mondi, facilitando la comprensione reciproca e promuovendo l’integrazione.
L’interprete “segna” traducendo in tempo reale il parlato in lingua dei segni e viceversa, così che il messaggio sia compreso da tutti, udenti e sordi.
In pratica è una traduzione simultanea, con un minimo decalage. Quando c’è un servizio di interpretariato in Lis, viene chiesta solitamente la collaborazione di chi parla per rendere un servizio migliore ai sordi.
Chi parla dovrebbe avere l’accortezza di non parlare troppo velocemente e di attendere che l’interprete abbia finito di segnare prima di iniziare un nuovo discorso.
Sebbene la lingua dei segni sia una lingua completa, ci sono parole per le quali non esiste un segno. Un esempio sono alcuni nomi propri che vanno riportati con la dattilologia, ovvero quando ad ogni lettera corrisponde un segno.
Quali sono le caratteristiche di un buon interprete LIS?
Un buon interprete deve padroneggiare entrambe le lingue: la lingua italiana e la lingua italiana dei segni.
Deve avere una buona capacità di adattamento perché ogni situazione comunicativa è diversa, con contesti e argomenti diversi.
L’interprete deve essere consapevole delle differenze culturali tra sordi e udenti e saper gestire le eventuali incomprensioni.
Last but not least: l’interprete deve mantenere la massima riservatezza e neutralità, assicurando l’imparzialità della traduzione.
Gli interpreti LIS lavorano in diversi contesti, tra cui:
In estrema sintesi, l’interprete favorisce l’integrazione dei sordi e la comunicazione con persone udenti che non conoscono la lingua dei segni.
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