Abbiamo già parlato di alcuni aspetti legati alla localizzazione quando si parla di traduzioni in arabo > qui la prima parte dell’articolo.
Parliamo ora di altri aspetti:
Andiamo per ordine.
I numeri arabi occidentali (123456) sono utilizzati in molti contesti, ma in alcune regioni si preferisce usare numeri arabi orientali, detti anche i numeri indiani, (١٢٣٤٥٦). Questo può influenzare l’usabilità di un’interfaccia digitale.
Facciamo un esempio pratico. Una app di fitness che mostra il peso di una persona in chilogrammi deve considerare se visualizzare “75 kg” come “٧٥ كجم” o “75 كجم” a seconda del mercato di riferimento.
Inoltre nell’arabo esiste il duale, oltre ovviamente al singolare e al plurale.
Di conseguenza l’ideale dal punto di vista linguistico sarebbe tradurre “2 unità” come “وحدتين”, anche se chi non conosce l’arabo potrebbe dubitare della correttezza della traduzione perché non appare il numero 2.
L’arabo utilizza il sistema metrico, ma in alcuni paesi arabi come Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, alcune unità imperiali come i galloni per il carburante sono ancora in uso.
Un altro aspetto è quello della terminologia tecnica e scientifica.
Alcuni termini non hanno un equivalente diretto in arabo o vengono resi attraverso la traslitterazione (ovvero quando una parola viene scritta con le lettere di un altro alfabeto, senza che sia tradotta).
Nel settore IT, ad esempio, il termine “server” può essere tradotto come “الخادوم”, ma molti professionisti preferiscono la traslitterazione “سيرفر” perché è più riconoscibile nel contesto tecnico.
Il ricorso a termini traslitterati/arabizzati è dovuto a diversi fattori, così come succede in italiano. Ad esempio fa sentire più trendy o semplicemente è meno faticoso che trovare l’equivalente nella propria lingua.
Aggiungiamo il fatto che non esiste un unico ente che regola l’impiego della terminologia per tutto il mondo arabo. Ogni paese ha il suo.
Alcune espressioni, immagini o simboli possono avere connotazioni negative o non essere adeguati per il pubblico arabo.
Facciamo riferimento a determinati cibi, modi di vestirsi o concetti culturali che potrebbero dover essere adattati per evitare fraintendimenti / offese.
Un’azienda che vende abbigliamento sportivo deve fare attenzione alle immagini pubblicitarie: una pubblicità con donne in abbigliamento che non rispetta le norme di modestia può non essere ben accolta in alcuni Paesi arabi.
O ancora, pensando al cibo, il maiale è considerato impuro nell’Islam, quindi qualsiasi riferimento a questo animale o ai suoi derivati sarebbe inappropriato in un contesto arabo.
Similmente per le bevande alcoliche: l’alcol è vietato nell’Islam, quindi qualsiasi riferimento a bevande alcoliche sarebbe inappropriato.
Una pubblicità che mostra persone che mangiano maiale o bevono alcolici sarebbe inefficace e offensiva in un contesto arabo.
È bene prestare attenzione anche all’uso dei colori, poiché alcuni hanno significati diversi.
Ad esempio, se si vuole comunicare un senso di fiducia e affidabilità, il blu potrebbe essere una buona scelta.
Se si vuole invece comunicare energia e dinamismo, il verde potrebbe essere più appropriato.
Infatti, mentre in molte culture occidentali il verde è associato alla natura, alla fortuna e alla speranza, nel mondo arabo può essere collegato all’Islam e al paradiso. È un colore spesso usato nelle bandiere di paesi arabi e in contesti religiosi.
In alcune culture arabe, il bianco – non il nero – viene indossato durante il lutto.
La traduzione in arabo presenta sfide e insidie specifiche che nascono dalla diversità tra le lingue e le culture. È evidente che ci sono determinati aspetti che non possono essere trascurati quando si affronta la traduzione di qualsiasi materiale.
L’unica opzione che garantisce la qualità e l’efficacia del lavoro è affidarsi a traduttori professionisti madrelingua, con una conoscenza approfondita della lingua e delle diversità culturali dei paesi arabi.
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