Qualche tempo fa ho letto con molto interesse un articolo apparso su Wine Meridian scritto da Lavinia Furlani che sintetizza i risultati di un’indagine svolta presso agenzie che vendono pacchetti di accoglienza enoturistica.
La prima cosa che mi ha colpito è stato leggere che “il 77% degli operatori rileva che gli enoturisti sono principalmente stranieri“.
Probabilmente ciò è dovuto al fatto che gli italiani hanno più agilità a muoversi in autonomia nel proprio territorio. Ma quello che poi ha catturato il mio interesse è la considerazione sulla fascia di prezzo.
Cito Lavinia Furlani: “Per il 54% del campione il cliente predilige esperienze che si collocano, come fascia di prezzo, tra i 30 e i 50 euro. Per il 32% del campione i clienti preferiscono esperienze esclusive, offerte anche a più di 50 euro. (…) Il visitatore è disposto a riconoscere un premio di prezzo all’esperienza enoturistica e a chi la organizza, se l’esperienza lo merita e giustifica un’integrazione del proprio tragitto di viaggio.”
“Il 45% degli operatori dichiara che il cliente prenota la propria visita in cantina con largo anticipo“, quindi l’esperienza non è un riempitivo, non è una scelta casuale.
Se consideriamo l’età media dei turisti stranieri interessati all’enoturismo, ci rendiamo subito conto che le cantine italiane potrebbero sfruttare molto di più i social media per attrarre (più) turisti stranieri e invogliarli a visitare certe cantine o fare determinate esperienze quando sono ancora nel loro paese.
In un precedente articolo abbiamo già affrontato alcuni aspetti dell’argomento.
Leggi: Turismo enogastronomico, come attrarre gli stranieri
Sicuramente alla base c’è un buon livello di coinvolgimento quando il turista è ancora nel suo paese e deve organizzare le tappe del suo viaggio enogastronomico in Italia.
Raccontare la storia della cantina o dell’osteria, i valori che sono alla base dell’organizzazione, la scelta delle materie prime, l’impegno nei confronti dell’ambiente aiuterà l’enoturista a conoscerti meglio.
Dai un primo assaggio attraverso una visita virtuale della cantina o della vigna, con belle immagini o un video che sappiano trasmettere emozioni.
E, se il video ha delle parti di parlato, ricordiamoci di aggiungere i sottotitoli tradotti oppure di prevedere il voice-over.
Se ti interessa un approfondimento su sottotitolaggio, speakeraggio e voice-over, leggi il nostro articolo.
Il turista straniero ama immergersi nella nostra cultura. Attività che a noi possono sembrare poco interessanti diventano imperdibili per il turista straniero. Soprattutto se sono state recensite da altri turisti che le hanno provate e amate.
Esempio tipico? Il classico laboratorio di 3-4 ore per imparare a fare la pizza, la sfoglia o il gelato.
Allora perché non proporre al turista di fare la vendemmia, per vivere una giornata da vignaiolo e scoprire come si produce il vino? Mettere le mani in pasta è divertente e regala belle emozioni.
O ancora sfruttare l’ambientazione e il fascino del vigneto per proporre altre attività, sportive o artistiche.
La chiave è saper comunicare nella sua lingua, perché solo usando la sua lingua, percepirà il valore e le emozioni di quello che vogliamo trasmettere.
Rivolgiti a un professionista o a un team di professionisti che possono offrirti un servizio di qualità.
Per informazioni o preventivi senza vincoli, compila il oppure chiamaci al num 054323916.
Qui di seguito il link all’articolo di Lavinia Furlani: Cosa cerca l’enoturista, il punto di vista degli operatori del turismo