La consecutiva può essere la scelta migliore. Capiamo quando!
Le variabili sono diverse, ma principalmente teniamo conto di:
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Mentre nella simultanea l’interprete traduce in tempo reale, con l’interpretariato in consecutiva l’oratore fa una pausa dopo avere espresso uno o due concetti (di norma dopo 5 – 10 minuti massimo) per lasciare tempo all’interprete di riportare al pubblico quanto appena enunciato.
Questo comporta necessariamente una dilatazione del tempo richiesto, generalmente un 30%-50% in più.
Normalmente l’alternarsi tra speaker e interprete nella consecutiva risulta fluido e naturale in presenza di platee non troppo vaste di ascoltatori.
Ad esempio: presentazioni di libri, interviste, riunioni aziendali, tavole rotonde, visite mediche, in generale meeting di piccole dimensioni.
Nei suddetti casi, la consecutiva è inoltre ideale perchè permette di comunicare in modo diretto con i propri auditori senza che vi sia il vetro di una cabina a separare l’interprete dal suo pubblico.
La diluizione del tempo di traduzione permette anche agli ascoltatori di comprendere meglio il messaggio, il che può risultare un vantaggio in alcuni tipi di incontri.
Mentre nella cabina di simultanea operano solitamente due interpreti che si danno il cambio, l’interpretariato in consecutiva prevede l’impiego di un solo interprete.
Questo perché innanzitutto si tratta di eventi di breve durata (un’intervista, una conferenza stampa, una riunione..) e l’interprete, non dovendo tradurre in tempo reale, può prendere nota di quanto esposto dallo speaker utilizzando un blocco degli appunti.
La presa di note è uno dei pilastri della consecutiva ed una delle prime tecniche che si imparano all’università.
Spesso suscita la curiosità dei presenti che vedono come l’interprete scriva simboli “strani” posizionandoli in verticale in senso obliquo da destra a sinistra. Si tratta di una tecnica particolare, diversa dalla stenografia, che l’interprete usa per richiamare alla memoria i concetti espressi dall’oratore e per non farsi sfuggire le informazioni più rilevanti.
La consecutiva dà tempo all’interprete poi di riformulare i concetti nella lingua d’arrivo, rielaborandoli ed esprimendoli al meglio utilizzando i termini più appropriati. Per esempio, se l’oratore non dovesse esprimere al meglio un concetto, toccherà all’interprete, una volta compreso il senso del messaggio, renderlo nella maniera più chiara e appropriata nella lingua d’arrivo.
La simultanea è sicuramente la scelta più adatta in presenza di un pubblico composto da persone che parlano lingue diverse. In questo caso ci saranno due interpreti per ogni combinazione linguistica, ad esempio italiano <> inglese, italiano <>francese, italiano <>spagnolo.
Al contrario, se il pubblico in sala è omogeneo e quindi c’è soltanto una lingua straniera si può optare per la consecutiva.
Naturalmente la consecutiva, ove possibile, consente un risparmio dei costi vista l’assenza di attrezzature particolari (cabine insonorizzate, microfoni e cuffie, presenza di un tecnico degli impianti) e di un team costituito da due interpreti.
Tuttavia è opportuno ricordare che in presenza di una vasta platea, e di un evento prolungato con più relatori (conferenze internazionali, convegni, ecc.), l’alternarsi continuo tra speaker e interprete potrebbe appesantire la dinamica dell’evento e risulterebbe poco indicato.
Scegliere quindi la forma più adatta di interpretariato è importante e noi ti aiutiamo in questo!
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